venerdì 21 novembre 2008

La preghiera del tirocinante


Questa preghiera nasce dall’esperienza (dal terzo anno) del tirocinio in ospedale che noi studenti di medicina dobbiamo frequentare; sembrerebbe una cosa bella e facile, ma non è lo è per niente; è un percorso ricco di insidie e di difficoltà. Ci affidiamo quindi al santo protettore dei tirocinanti, San Guigno, con la seguente preghiera:

O San Guigno, protettore dei tirocinanti,

scenda su di noi la tua benevolenza

e fa sì che oggi qualche buona anima pia ci caghi

o almeno si accorga che noi siamo entrati in reparto

e non è stato un colpo di vento ad aprire la porta.

La tua luce illumini il tortuoso sentiero

dallo spogliatoio al reparto mostrandoci

la retta via del ritorno senza perderci

nella selva oscura dei sotterranei del “civile”.

Scenda su di noi il dono dell’espressione facciale intelligente

affinché il medico creda che tutto ciò che dice per noi è cosa ovvia.

Suscita nel cuore degli specializzandi quella sensibilità

necessaria per farci sentire meno tappezzeria

e nel difenderci dagli insulti dei medici.

Estendi la regione cerebrale della memoria dei dottori

affinché si ricordino che le biro da noi prestate si chiamano Pietro;

regalaci l’abilità nel riconoscere prontamente il primario

per eclissarci al suo passaggio.

Offri agli strutturati la perspicacia per capire

che l’elevato numero di camici bianchi

durante il giro visite non lo stabiliamo noi.

Infondi su di noi il dono dell’intuizione

affinché, quando il medico scompare all’improvviso senza dire niente,

 noi possiamo capire se è il momento di andare,

se dobbiamo seguirlo o se dobbiamo

fingere indifferenza fischiettando nel corridoio.

Donaci la tempestività nel consegnare il libretto al momento giusto

per ottenere la tanto agognata firma di uscita,

senza far intuire che eravamo in attesa solo di quella.

Placa l’animo dell’iraconda segretaria che ci cazzia ingiustamente

per ogni nostra timida domanda durante le sue molteplici pause caffè.

Ricorda inoltre ai parenti, passanti e conoscenti dei pazienti

che ci incontrano nei corridoi, che indossare un camice

non significa conoscere a memoria l’ubicazione di tutti i reparti.

A te ricorriamo esuli figli di Ippocrate,

a te sospiriamo gementi e piangenti in questo tirocinio obbligatorio,

o clemente, o pio, o tanto caro San Guigno mio.

La preghiera è da recitare prima del tirocinio, meglio se nel tunnel degli spogliatoi, e va tenuta nel camice; se non lo fate state pronti a passare un tirocinio d’inferno…