mercoledì 26 settembre 2007

Assaggi di Turchia

In questo post riporto in anteprima comunale il testo dell'articolo che ho scritto per il bollettino della mia parrocchia riguardo il viaggio che ho fatto, insieme a M. E. e R., in Turchia...purtroppo per ora non ho foto mie perché il mio pc è in riparazione...speriamo di non averle perse...

“Dio ama chi dà con gioia”, è con questa frase che possiamo riassumere lo spirito del nostro pellegrinaggio parrocchiale in terra turca alla ricerca dell’apostolo Paolo, l’apostolo delle genti, il primo missionario che ha diffuso la parola di Cristo con coraggio e con fedeltà. Siamo partiti in un piccolo gruppo, ma il nostro vagare in Turchia è stato accompagnato dall’affluenza di altri piccoli gruppi come il nostro e insieme abbiamo formato una grande famiglia unita; guidati da Don Francesco, Don Renato e Padre Lorenzo abbiamo percorso chilometri e chilometri tra le meraviglie dell’Anatolia, della Cappadocia, fino a lambire i confini con la Siria, ricordando sempre di nutrire la nostra fame di fede e di scoperta della grandezza di Dio. La Turchia infatti ha avuto la presenza e la predicazione degli apostoli (Paolo, Pietro e Giovanni); in questa regione sono sorte le più vivaci comunità cristiane (si pensi a Efeso, Antiochia e Smirne); qui è custodita la tomba di san Giovanni apostolo, il prediletto dal Signore; nelle sue chiese sono stati celebrati i primi concili che costituiscono i fondamenti della teologia cattolica (Nicea, Efeso, Calcedonia); è la terra natia degli illustri Padri della Chiesa (Padri Cappadoci) e di alcuni martiri come sant’Ignazio d’Antiochia e san Policarpo.
Dopo il volo da Milano, la nostra prima tappa è stata la comunità cristiana di Efeso a cui Paolo si è sempre rivolto con parole dure per convincerli della grandezza dell’amore di Cristo; sulla collina degli usignoli abbiamo visitato il santuario della “Casa della Madonna” dove la tradizione vuole che Maria abbia trascorso i suoi ultimi anni di vita in compagnia dell’apostolo Giovanni che Gesù, sulla croce, le aveva donato come figlio; l’importanza di questo luogo è sancita anche dalle numerose visite che i Papi hanno riservato a questa chiesa, a partire da Giovanni XXIII fino a Benedetto XVI. Dopo una tappa prettamente turistica, le meravigliose cascate pietrificate di Pamukkale, e dopo aver macinato chilometri di pullman, siamo giunti in quel di Konya dove Paolo e Barnaba nel 47 a.C. compirono il loro primo viaggio missionario; qui abbiamo celebrato l’Eucaristia nella piccola chiesa di San Paolo, dove si riunisce l’esigua comunità cattolica, assieme a delle suore piemontesi che con la loro presenza mantengono viva una fiamma di cristianesimo in un paese fortemente musulmano. A Konya abbiamo visitato anche il mausoleo di Mevlana, grande figura della spiritualità musulmana e fondatore dei “Dervisci danzanti”. Ripreso il pullman il paesaggio è cambiato completamente e si è fatto lunare, pietroso, brullo: finalmente eravamo in Cappadocia, patria delle “preghiere tra le rocce”, in cui le case scavate nel tufo, le città sotterranee e le chiese rupestri emanano ancora il timore, la fedeltà, il coraggio dei primi cristiani. Dopo la visita di Tarso, città natale di Paolo, e della sua piccola comunità cristiana, ci siamo diretti verso i confini con la Siria e ci siamo fermati ad Antiochia, la città dove i discepoli furono chiamati cristiani; nella grotta di San Pietro abbiamo pregato perché la nostra fede sia in grado di prendere spunto dai primi seguaci di Cristo che, nonostante le mille difficoltà, hanno testimoniato con la loro vita la sequela a Dio. Poi abbiamo visitato la chiesa dei Padri Cappuccini di Antiochia dove convivono pacificamente i cattolici cristiani che quelli ortodossi: un bel esempio da seguire. Ultima tappa del nostro viaggio, l’antica Bisanzio, la romana Costantinopoli, la magica Instanbul; peccato aver avuto solo un giorno per visitarla, ma siamo comunque restati ammaliati dal suo fascino. Girare a piedi scalzi nella Moschea blu o in Santa Sofia, girovagare per il Gran Bazar e il palazzo Topkapi, veleggiare sul Bosforo al tramonto sono esperienze che ci rimarranno per sempre nel cuore e che fanno da degno finale a questo fantastico pellegrinaggio. Dopo la Terra Santa quindi, non potevamo scegliere posto migliore per ritrovare le radici della fede e risentire l’eco della predicazione degli apostoli; al prossimo viaggio e speriamo che tanta altra gente si unisca a noi!

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